La tradizione dà voce a chi ci ha preceduto
Questa celebre citazione del poeta francese Paul Claudel sintetizza quello che da più di quattro secoli è il legame che unisce i rapallini alle Feste di Luglio e alla loro patrona, la Madonna di Montallegro, apparsa il 2 luglio 1557 e da allora indissolubilmente legata a Rapallo e alla sua storia, come è testimoniato, tra l’altro, dal voto solenne della Comunità rapallese per la liberazione dalla peste del 1657 e dal monogramma mariano inserito nello stemma araldico del comune di Rapallo il 28 novembre 1948, a testimoniare ai posteri l’eterno legame della città con la Madonna.
Le Feste di Luglio, evento che ogni rapallino aspetta con trepidazione per un anno intero, non rappresentano una semplice esibizione folkloristica e pirotecnica come molti sono portati, erroneamente, a pensare, ma costituiscono una vera e propria espressione di fede del popolo nei confronti della Vergine, un rito che va avanti da generazioni e che così sarà per sempre.
Le sparate di mortaletti, gli spettacoli pirotecnici a giorno e a notte, i “reciammi” tra i sestieri che, come forse pochi sanno, riprendono la sequenza dei misteri del Rosario, gli imponenti ceri votivi che adornano l’arca argentea della Madonna, la novena dell’alba al Santuario di Montallegro, sono tutte manifestazioni di un culto profondamente radicato nelle famiglie di Rapallo.
Per i “foresti” probabilmente è difficile capire cosa possa indurre un massaro a dedicare ore, giornate, per molti anche le ferie, per un qualcosa che per tanti (purtroppo) è mera esteriorità o denaro sprecato. Per capirlo basterebbe osservare con attenzione i massari e i rapallini la mattina del 1° luglio alle ore 8, quando il primo colpo “da Langano” segna ufficialmente l’inizio delle feste salutando la “messa in cassa” della Madonna, oppure a mezzogiorno del 2 luglio, l’ora dell’apparizione e della sparata del Panegirico, e scorgere su tanti volti di giovani e meno giovani una piccola lacrima, occhi lucidi, un abbraccio improvviso e fraterno, una pacca sulla spalla ecc., perché quei “botti”, per molti fastidiosi e inutili, costituiscono in verità un modo fragoroso per manifestare l’attaccamento dei rapallini alla loro Madonna di Montallegro e per ricordare, in quei momenti, chi non è più tra noi, ma che ci ha trasmesso tutto questo come una sorta di corredo genetico, e che oggi ci guarda da lassù.
Ringrazio tutti i massari e i volontari che, con i loro sacrifici e il loro impegno costante durante tutto l’anno, da più di 400 anni permettono di onorare la Vergine e di ricordare a tutti che le Feste di Luglio sono la festa della Madonna e la festa dei Rapallini, e così sarà nei secoli.
L’edizione delle Feste di Luglio 2010, a detta di tutti una delle migliori degli ultimi 20 anni, è già in archivio, ma i massari sono già silenziosamente al lavoro per preparare l’edizione 2011.
Arrivederci al 2011 allora!