La tradizione dei mortaletti non deve restare esclusivamente confinata nel nostro territorio: nel corso degli anni è stata presentata e fatta conoscere anche in altre parti d’Italia grazie all’attività dei Sestieri in trasferta. Seguiamo il percorso divulgativo compiuto dai Massari, dalla fiera pirotecnica in terra bolognese a Ponte Samoggia, alla duplice spedizione a San Severo di Foggia, passando per il più vicino Expo della Val Fontanabuona
La missione dei Sestieri in trasferta
Dalle riflessioni sulla storia, il ruolo e l’attività dei Massari si evince la plurisecolare tradizione dei Sestieri Rapallesi e la particolare devozione verso la Madonna di Montallegro, che dall’intimo dell’anima esplode poi all’esterno.

Un tempo, come abbiamo già tratteggiato in altre pagine, si accendevano grandi falò, poi si sparavano colpi di cannone, successivamente sono comparsi i «mortaletti» e i fuochi pirotecnici.
Dobbiamo impegnarci, in questo mondo frettoloso, distratto e globalizzato, ad insegnare ai giovani il dovere di conservare una identità, una capacità di riconoscerci per riscoprire l’ideale dell’origine attraverso un percorso culturale che vuole e deve sopravvivere; nella certezza che la memoria del passato anima le aspirazioni del futuro.
«Memoria» che non va ridotta alle temporanee opportunità, ma deve essere più perenne del bronzo («Aere perennius» diceva Orazio).
Continuiamo a vivere il miracolo dell’Apparizione di Maria in tutte le particolari forme, liturgiche e popolari, che lo accompagnano; solo così riusciremo a mantenere accesa una speranza e ad avere un punto di riferimento che non verrà mai meno: «Si quis sitit, veniat ad Me et bibat», come il suo divin Figlio. (Gv. VII-37).