Epitaffio al Eucalyptus delle Nagge
Epitaffio al Eucalyptus delle Nagge

Epitaffio al Eucalyptus delle Nagge

L’Eucalyptus delle Nagge

22 Settembre 2006 – Crolla l’Eucalyptus delle Nagge

Crollo eucalyptus delle Nagge

Erano le 10:30 di venerdì 22 Settembre 2006 quando il secolare Eucalyptus delle Nagge, uno dei simboli del quartiere e dell’intera città, è improvvisamente rovinato al suolo producendo un forte boato. Nonostante la presenza di svariate decine di persone nei minuti antecedenti, nessuno è rimasto ferito.

La pianta secolare era monitorata dai giardinieri del Comune, in quel momento sul posto per un sopralluogo. Sono stati loro a udire i primi scricchiolii, segnale del cedimento imminente, e a fare rapidamente evacuare l’area prima che il vecchio albero si rovesciasse a terra. Ad un primo esame delle condizioni del legno, nel cuore della pianta, si è scoperta una formazione fungina che lo aveva eroso dall’interno. A riportare danni dall’improvviso crollo sono stati invece i vicini bagni Ariston dove il maestoso Eucalyptus si è accasciato travolgendo parte dell’ingresso e della struttura del bar.

Il Sestiere dice addio a un luogo simbolo

Eucalyptus delle Nagge

L’Eucaliptus è sempre stato un simbolo delle Nagge. Un punto di riferimento e un luogo di aggregazione non solo per l’intero quartiere ma anche per i Massari di Seglio.

Prima dell’introduzione di nuove e più stringenti normative, i Massari del Sestiere erano infatti soliti caricare ai suoi piedi le centinaia di mortaletti utilizzati per le sparate del Sestiere (come testimonia una bella intervista realizzata nel 1992) testimoniando la loro opera a chiunque passeggiasse in loco.

Proprio per la sua importanza storico-culturale e la sua valenza di luogo identitario del Sestiere, l’Eucalyptys crollato è stato ben presto sostituito da un nuovo esemplare. L’auspicio di tutta la comunità è che possa anch’esso raggiungere, negli anni a venire, la medesima maestosità e rilevanza sociale e culturale del suo storico predecessore.

Per l’Eucalyptus delle Nagge

Addio Albero Antico
uno schianto…..e non ci sei più.
Ci sgomenta il vuoto del cielo,
sbiadito e incolore
a perdersi nel mare.

Ci stordisce il sole,
non più filtrato dalla tua grande
ombra e non sappiamo
dove trovare rifugio.

Senza profumo è l’aria,
grigio il giardino:
niente più bacche bianche in autunno
né gialla pioggia di stami in primavera.

Addio caro eucaliptus,
da due secoli ci guardavi benigno.

Quando scorgeva la tua chioma,
il barcaiolo sull’onda
capiva d’essere in porto
e il viandante,
vedentoti ad un tratto dopo una curva
sapeva d’ essere a casa.

Tu ci amavi e nella caduta
non hai nociuto ad alcuno,
malgrado l’incuranza degli uomini.

Grazie Albero amico,
ora ti ergi maestoso e fiero
nei giardini della memoria
di ognuno di noi.

Daniela La Ganga

Pe l’oûcalitto de Nagge

Ciao erboo antigo
Na gran botta e no ti ghè ciù.
Ne sgömenta ö vêuo in tu çê,
sbiadïo e scölörïo
a perdise in to mâ.

Ne stördisce ö sö,
che a têu grande ömbra ciù a no l’addösisce
e no savemmo
dönde trövâ scampo.

Sensa pröfûmmo a l’ è l’ aia,
grixo ö giardin:
ninte ciù gianchi frûti in te l’autûnno,
né giäno ciûvï de fiöri a primmaveja.

Ciao cäo oûcalitto,
da dûxento anni ti ne amiävi indûlgente.

Quande ö vedeiva e têu frasche,
ö barcajêu in sce l’onda
ö capîva de ëse in porto
e chi passâva de chi,
vedentöte tütt’ assemme doppo ‘na cûrva,
ö saveiva d’ ëse a cà.

Ti ne vöovi ben, e in to cazze
no t’æ faeto mâ a nisciûn,
a despëto do desgaibo di ommi.

Grazie erboo amigo,
ôa ti te erzi maestöso e fiero
in ti giardin da memöia
de tutti nöiätri.

Traduzione di Mauro Mancini